Mi piace riportare questo post di Francesco Luna, con il quale non posso che concordare.

Il primo motivo per il quale il 3 ottobre voterò per confermare Virginia Raggi sindaca di Roma è perché è un’ottima sindaca. Ebbene sì, anche se questo scandalizzerà diversi miei amici pariolini, il mio voto alla sindaca è motivato soprattutto dal fatto che, negli ultimi tre anni, ha amministrato bene. Certamente meglio di tutti i suoi predecessori da Veltroni (compreso) in poi (Marino non conta, è stato fatto fuori dal Pd a metà del primo mandato).

Ha messo ordine nel caos degli appalti, affidando lavori con gare regolari e trasparenti, ha ammodernando la rete stradale, rifacendo circa 800 chilometri di strade, ha tenuto in piedi l’azienda dei trasporti, Atac, che era sull’orlo del fallimento e che adesso, grazie a un concordato coi creditori, riesce persino ad acquistare nuovi mezzi. E, appunto, con la Raggi sono arrivati a Roma 900 nuovi autobus, chi gira per la città lo vede benissimo, quelli nuovi sono molti più di prima e sfrecciano su strade per lo più rimesse a nuovo. Ce ne sono ancora di vecchi, che vanno a fuoco, ma sempre meno e comunque la colpa è semmai di chi negli anni passati non li aveva sostituiti.

Si dirà: però c’è la spazzatura per strada. Beh, adesso ce n’è molta meno, anche grazie alla coraggiosa e dolorosa decisione della Raggi di sostituirsi alla Regione e riaprire la discarica di Albano. Però, sì, quello della spazzatura è un problema e riguarda soprattutto Nicola Zingaretti. Perché è chiaro che se non ci sono impianti dove smaltire i rifiuti, le città si riempiono di spazzatura e non è colpa dei sindaci, ma di chi non fa impianti. Infatti è successo anche a Latina, Ponza, Anzio e altri comuni del Lazio, tutti invasi dai rifiuti.

Se adesso la situazione è migliorata, è perché la Raggi come sindaca della città metropolitana ha riaperto Albano, Zingaretti non ha mosso un dito. Nel frattempo, la sindaca ha sistemato Ama, mettendola in grado di acquistare nuovi mezzi e assumere nuovo personale, con il risultato che, quando gli impianti ci sono, la raccolta in città funziona.

Il secondo motivo per cui voto la Raggi è perché è una donna. Ed è una donna molto indipendente, molto tenace, molto intraprendente. E’ una donna che non ha l’abitudine di chiedere il permesso agli uomini per farsi avanti, e questo è purtroppo assai raro e va premiato. Inoltre, vedere l’ostilità, le insolenze, lo scherno, la sufficienza con cui viene trattata mi convince sempre di più a darle il mio voto. E mi colpisce come le cattiverie, le insinuazioni e le allusioni più feroci vengano molto spesso da altre donne, soprattutto di sinistra, a conferma del fatto che il maschilismo è un problema anche femminile e anche, ancora, della sinistra.

Il terzo motivo è che la Raggi è già sindaca. Questo è secondo me molto importante, perché non confermare un sindaco alla fine del primo mandato significa interromperne il percorso e gettare la città nell’incertezza per mesi, forse anni. Chiunque arrivasse dopo di lei dovrebbe confrontarsi con la realtà, che mai concide con le promesse elettorali. Dovrebbe imparare da zero le regole non scritte della vita amministrativa di Roma, che sono complesse e che nessuno degli altri candidati ha mai conosciuto direttamente. Ci troveremmo con un sindaco in imbarazzo per non essere in grado di mantenere le promesse, impegnato a dare la colpa ai predecessori, costretto ad interrompere progetti magari validi solo per poter mettere la sua firma su quelli nuovi.

Il quarto motivo è perché le candidature alternative non mi convincono per niente. Prendiamo Roberto Gualtieri, per me assolutamente invotabile per il solo fatto che si presenta ricandidando molti di coloro che fecero cadere il sindaco Ignazio Marino nel 2015. Da notare che nessuno di essi ha mai chiesto scusa ai romani per quella porcheria. Gualtieri è la foglia di fico del “partito del notaio”, quello che riporterebbe al vertice di Roma il Pd romano, un partito devastato dai personalismi, dalla presunzione, dagli intrecci con i più biechi e marci potentati romani.

C’è poi l’ineffabile Carlo Calenda, convinto di essere l’unico serio e competente, che si presenta da solo, con la presunzione di risolvere i problemi di Roma prendendo i dipendenti a calci nel didietro, oltre a voler devastare i tesori museali della Città Eterna smembrando i Musei Capitolini e accorpando le opere romane in un assurdo “museo unico”. I romani, che di presuntuosi ne hanno visti passare parecchi, non sembrano particolarmente impressionati, ma vedremo.

Di Enrico Michetti, candidato della destra, non varrebbe nemmeno la pena parlare, se non fosse che è in testa ai sondaggi. La sua scelta da parte di Salvini e Meloni resta l’episodio più sconcertante della campagna elettorale. Non per la persona in sé, naturalmente, ma per la sua incredibile inadeguatezza, la sua vaghezza di idee, la sua plateale ignoranza dei problemi di Roma. Per non parlare della qualità dei personaggi che si porterebbe dietro, gli stessi dei tempi di Alemanno. Se dovesse vincere, speriamo di no, Roma sarebbe davvero profondamente nei guai.

Un altro motivo per cui voterò per confermare la Raggi sono le piste ciclabili che la sindaca ha coraggiosamente realizzato in città. In tutto sono stati realizzati o ripristinati 65 chilometri di piste ciclabili, compresi il Municipio di Ostia, dove è stata fatta un’opera davvero notevole sul lungomare, e il Lungotevere, dove la pista rimessa a nuovo, bersaglio di critiche ingiuste a inizio lavori, è bellissima. Questa scelta strategica ha trasformato Roma, mettendo molti romani nelle condizioni di scegliere di muoversi in bicicletta, alleggerendo la morsa del traffico, riducendo lo smog e liberando i mezzi pubblici. Una politica verde, moderna e lungimirante che va premiata.

E a proposito di Ostia, non si può non sottolineare il lavoro enorme fatto nelle periferie, dove i problemi sono ancora tanti, ma dove la Raggi ha impresso un’accelerazione notevole. Da San Basilio a Casalotti, dal Casilino a Ostia. Le grandi strade di collegamento sono state in gran parte rifatte: da via Trionfale a Ponte Marconi, al ripristino del pericolosissimo ponte della Magliana, alla sistemazione di interi tratti della via Tiburtina e allo smantellamento della vecchia Tangenziale Est, che ha ridato a un intero quartiere luce e vivibilità. Di questo va dato merito anche alla giornalista Federica Angeli, che ha avuto dalla Raggi il compito di gestire i miglioramenti nelle periferie, e a Linda Meleo, eccellente assessore ai Lavori Pubblici, che ha messo in cantiere un numero impressionante di interventi ordinari e straordinari.

Anche il centro storico ha visto miglioramenti che non si vedevano da tempo. Il piano “sanpietrini” è un ottimo progetto, che la Raggi ha ripreso e messo in pratica, togliendo i sanpietrini da strade a scorrimento veloce, come via Nazionale, e rimettendoli in zone pedonali, come via del Corso. Via Due Macelli e via del Tritone, fra l’altro con finanziamenti privati, sono stati trasformati allargando i marciapiedi e così Corso Vittorio. Via dei Cerchi adesso è bellissima, piazza Vittorio, un tempo monumento al degrado, è adesso un giardino che valorizza tutto il quartiere, e così via.

C’è poi un altro motivo per cui voto la Raggi: è antifascista e non ha paura di sfidare le bande che da decenni scrivono a Roma il loro Romanzo Criminale. Era in prima fila al processo contro il clan Spada, ha fatto abbattere le ville dei Casamonica e da anni si batte per sfrattare Casapound da un immobile non del Comune, occupato abusivamente. Per tutti questi motivi, da anni vive sotto scorta.

Un’altra ragione che mi convince a votare per Virginia Raggi è la sua battaglia, ancora in corso, contro le bancarelle che infestano le grandi strade commerciali. E’ una battaglia che ancora non ha vinto, ma che ha il merito di combattere ancora oggi. Certo, ancora vediamo le bancarelle a via Cola di Rienzo, per esempio, ma questo è dovuto alla durissima resistenza che l’azione della Raggi sta incontrando ad opera, sapete di chi? Del Pd, naturalmente, nella persona della presidente del primo Municipio, Sabrina Alfonsi. Altro motivo per non dare il voto al Pd romano.

Infine, voterò Virginia Raggi perché hanno provato a farla fuori in tutti i modi, non sempre trasparenti. Prima per via giudiziaria, accusandola di reati assurdi, attaccandosi a questioni inesistenti, facendo ovviamente anche pesanti allusioni sulla sua vita privata. Poi, quando è stata assolta da tutto, hanno provato a farla fuori politicamente, facendo pressioni sul Movimento 5 Stelle perché non la ricandidasse. Pretesa irricevibile, essendo la Raggi l’unico sindaco dei 5 Stelle di una grande città in cerca di riconferma.

Lei ha tenuto duro, si è fatta avanti senza chiedere il permesso e adesso se la gioca, con le sue forze, contro poteri enormi che stanno cercando di toglierle il posto. Sarà durissima, i due blocchi di potere romani, quello di destra e quello di sinistra, hanno investito moltissimo per riprendersi l’amministrazione di Roma. Stanno insistendo con una campagna feroce contro la sindaca, dipingendo una realtà fasulla. Ma lei non demorde, è forte in alcuni quartieri, soprattutto periferici, molto meno nelle terrazze del centro. Ha contro ovviamente tutta la stampa. Se non dovesse farcela, ne uscirà comunque a testa alta. Se ce la dovesse fare, però, sarebbe una bella, bellissima storia.

Francesco Luna

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