Nell’attuale campagna elettorale il tema dei rifiuti è forse quello più caldo. Roma, purtroppo, è sporca. Lo è da sempre, ma l’individuazione di una via di uscita è stata complicata da vari fattori.

Il primo, pratico, tecnico, è che la società che si occupa della raccolta, AMA, ha avuto per 13 anni bilanci falsi. Quando una azienda è in queste condizioni, quando il suo gruppo dirigente reitera e copre per anni un reato, l’opera di risanamento è estremamente complicata. Oggi AMA, grazie alla Raggi, ha finalmente i conti in ordine. Il buco da 250 milioni (soldi dei cittadini spariti nel nulla) è stato scoperto e denunciato. I bilanci in ordine e conformi alla legge sembrano una banalità, sembrano ordinaria amministrazione, ma per arrivarci si è dovuto combattere. Ahinoi, a lungo.

Il secondo problema riguarda gli impianti per il trattamento dei rifiuti. Nella Regione Lazio guidata da Zingaretti (PD) ci sono al momento 2 soli impianti. Per capire meglio cosa questo voglia dire, basta considerare che la Regione Lombardia offre ai suoi cittadini ben 30 impianti. Questo enorme squilibrio è dovuto al fatto che quando l’Unione Europea ha iniziato a multare l’Italia a suon di milioni perché nel Lazio i rifiuti venivano gettati in una discarica pericolosa e fuorilegge (Malagrotta), i vecchi partiti non hanno mosso un dito. Per decenni. Ripeto: decenni.

Le carenze strutturali della Regione Lazio hanno quindi radici antiche. Una stampa faziosa – e partiti coinvolti nei disastri passati – scaricano le colpe sull’ultima arrivata, la Raggi. Ma la realtà è più complicata di così. E a dirla tutta anche la narrazione che Roma è più sporca che mai è semplicemente falsa. Al contrario la differenziata negli ultimi anni è aumentata. Di poco, per i motivi elencati sopra, ma è aumentata. Quindi, anche a voler essere critici, al più si può dire che la situazione è cambiata poco.

Quali sono, dunque, concretamente le prospettive per il futuro? Giuseppe Conte in questi giorni sta ripetendo spesso: “non comportiamoci come gli altri partiti, non facciamo promesse che non possiamo mantenere”. Ebbene, ora che i bilanci AMA sono finalmente in ordine, ora che Roma ha smesso di fare debiti a causa di appalti assegnati senza gara e a caro prezzo, il superamento del problema rifiuti è possibile. È un impegno che possiamo e dobbiamo prendere. Nel programma ci sono tutti i dettagli, ma trovo utile riportare queste righe:

Chiusura del ciclo dei rifiuti, AMA passa dal 15% al 75% di autonomia impiantistica

  • 2 impianti di compostaggio per il trattamento della frazione organica, a Casal Selce e Cesano;
  • 2 impianti di selezione del multimateriale (frazione secca differenziata), di cui uno a Rocca Cencia con la chiusura e riconversione del TMB esistente;
  • 1 nuova fabbrica dei materiali (moderno TMB);
  • 4 stazioni di trasferenza con tritovagliatura mobile;
  • 1 impianto TMB/TBM esistente da acquisire attraverso un fondo di circa 100 milioni accantonato in investimenti per Società Partecipate;
  • 17 nuovi centri di raccolta (cd isole ecologiche) comprensive di centri del riuso con l’obiettivo di arrivare a realizzare almeno 1 centro di raccolta ogni 70.000 abitanti;
  • l’avvio di una collaborazione con gli istituti di ricerca per la sperimentazione di tecnologie capaci di recuperare metalli preziosi e altre componenti plastiche da rifiuti elettrici ed elettronici, i cd RAEE.

Obiettivi concreti, raggiungibili. Ora AMA ha i bilanci in ordine, ora Roma ha i conti risanati e quindi i soldi per agire. Purtroppo rimediare a decenni di disastri (e reati) ha richiesto tempo e richiederà ancora del tempo, la mole di lavoro è gigantesca. Ma di sicuro il problema dei rifiuti non potrà essere risolto dai responsabili di Mafia Capitale e del ritardo decennale nel dotare il Lazio degli impianti necessari. Date fiducia a chi si è impegnato nell’unico percorso realistico: quello di riportare la città nella legalità.

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